ANTONELLA LO RE

BLOG DI ANTONELLA LO RE

Il potere della parola

Sorry

Quando le parole lasciano un segno

Avete mai sentito dalla nonna: -Se non hai niente di buono da dire taci!-?

Abbiamo la tendenza di usare la parola come un’arma o un mezzo per lasciare andare la nostra rabbia, la nostra frustrazione e il nostro dolore. Ed ecco che atterra sul territorio di qualcuno e lascia un segno molto spesso indelebile. Le parole una volta lanciate non si possono ritirare e non importa quanto possiamo pentirci di averle inviate, sono arrivate a qualcuno e hanno quindi avuto il loro effetto, e non si può cancellare, non importano le scuse, I ripensamenti e I pentimenti.

Ci dimentichiamo spesso che le parole hanno il potere di tirare fuori il meglio o il peggio in noi, possono elevarci oppure possono distruggerci.

Quante ferite profonde abbiamo inflitto e ci sono state inflitte con la sola parola!

La percezione e’ reale come un evento, come un fatto accaduto.

Molto spesso le parole che ci feriscono di più vengono proprio dalle persone che ci sono più vicine e dalle quali ci aspettiamo amore, comprensione e gentilezza.

La nostra percezione e’ poi ciò che resta per sempre e che ci fa sviluppare delle convinzioni su cui basiamo poi il nostro comportamento per lungo tempo o per la vita.

Forse un genitore, un parente un insegnante che ci ha detto:

Non sei bravo/a abbastanza

Sei un disastro

Non sai fare nulla

Oppure qualsiasi altro epiteto o commento critico al nostro modo di essere ci hanno influenzato per anni e hanno inciso nel profondo in noi I limiting beliefs che non ci permettono di vivere autenticamente la nostra vita.

Come arginare gli effetti collaterali delle parole che lasciano un segno

È importante cercare di capire perché ci sono arrivate cosi nel profondo, che cosa hanno minato, cio’ che io stessa dubito di me, perché dubito del mio valore? Perché mi fa cosi male? Questa analisi e’ un passo importante, ma anche doloroso, e’ un lavoro faticoso da fare ma che porta a conoscerci meglio e ad evolverci.

È fondamentale essere consapevoli di quanto quelle parole ci abbiano raggiunto in profondità: lascio che mi definiscano? Lascio che esse creino le convinzioni su cui baserò le mie decisioni nella vita? Hanno infranto o contribuito ad infrangere la mia autostima? È necessario scegliere: posso scegliere la strada della  della vittima o quella del vittorioso?

Non entrare nell’arena

Importante rimanere nel proprio spazio senza farci condurre sulla strada dello scontro dove tutto ciò che può accadere e’ amplificare le ferite e se anche diventassimo “più bravi” a farlo, certo e’ che non ci farà stare meglio o essere migliori.

Importante quindi fare una scelta: chi vogliamo essere? Diversi dal nostro “carnefice” oppure un emulatore? Fondamentale decidere quale strada vogliamo prendere.

Se vogliamo essere trascinati dalle nostre emozioni scenderemo sul rink se decidiamo di elevarci e di vivere cercando di seguire la serenità che ci meritiamo allora seguiamo la nostra strada senza deviazioni inutili .

Cosa c’e’ dietro parole che feriscono?

Quando noi feriamo con le parole o quando siamo feriti dalle parole, e’ perché tali parole sono guidate da profonde emozioni di dolore, di paura, di rabbia, di frustrazione. Riflettere sulle emozioni che possono scaturire parole-arma ci serve a capire meglio noi stessi e gli altri. Possiamo cosi proteggerci e anche evitare di usare le parole come arma e diventare più consapevoli di quanto possiamo invece supportare, ispirare, migliorare la vita di qualcuno e anche la nostra.